Fantasy e Sci-Fi Italiano: 5 novità da scoprire

1. La Mesmerista – Inganni e polvere di stelle

di Sara Simoni

Secondo attesissimo volume de La Mesmerista, edito Acheron Books I preorder sono aperti, e il libro uscirà il 13 ottobre! Ho adorato il primo, perciò non vedo l’ora di leggere questo.

Dalla quarta di copertina: 1920. I venti di guerra minacciano di scuotere ancora l’Europa ora che gli austroungarici sono entrati in possesso della calamita, l’arma mesmerica definitiva.

Dopo l’incidente che l’ha separata da Bas, Lena ha perso anche l’attivatore che le permette di praticare la Dottrina. Adesso è decisa a ritrovare entrambi, ma la determinazione non è sufficiente quando vivi nei bassifondi e un debito che non potrai mai ripagare ti lega ai peggiori criminali della città.

Perciò, quando un vecchio nemico ritorna con una proposta, lei non può fare altro che mettere da parte il rancore e accettare. Se vuole rimediare agli errori del passato, deve ancora una volta abbandonare tutto per attraversare il confine e raggiungere le terre occupate dall’Impero, dove la ribellione incombe e gli intrighi politici potrebbero giocare a suo favore.

In un valzer di bische clandestine, sale da ballo e corse di idrovolanti, gli alleati non sono quel che sembrano e il limite tra giusto e sbagliato si fa sottile. Sarà disposta a varcarlo per salvare Bas senza che i suoi inganni le si ritorcano contro?


2. La Cattedrale di Sabbia

di Leonardo Patrignani

Per quanto mi riguarda, i nuovi autori italiani pubblicati da Mondadori nella collana Oscar Fantastica sono come animali rari, e quando appaiono la mia curiosità schizza alle stelle. Giovano non poco anche l’intrigante copertina e l’ancor più intrigante trama di questo elegante sci-fi con sfumature di giallo.

Dalla quarta di copertina: LA MILANO DEL 2045 è una metropoli ipertecnologica, in cui le realtà virtuali e aumentate operano una costante distorsione del mondo e dell’identità delle persone. Stefano Valeri è un brillante neuroscienziato e ricercatore per Engram, azienda all’avanguardia nel campo delle interfacce neurali. La moglie Arianna Molinari, stimata neuropsicologa, lavora a stretto contatto con il suo dipartimento. Fino al giorno dell’attentato.

Da quando, quattro anni prima, Arianna è rimasta vittima di un attacco terroristico nel corso di un importante convegno scientifico, l’uomo vive infatti come un relitto umano, rintanato nella sua solitudine.

Ma quando scopre che il suo ricordo del momento in cui la moglie ha perso la vita è inattendibile, Stefano non ha alternativa: deve uscire allo scoperto e rimettere insieme i pezzi di un passato carico di enigmi e traumi irrisolti.

Come sono andate davvero le cose? Su quale genere di anomalie della memoria stava indagando Arianna e chi poteva avere interesse a fermarla? Soprattutto, cosa sta per succedere nel mondo, se nessuno può più fidarsi dei propri ricordi?


3. L’Occhio del Gufo

di Andrea Butini

Sempre per Oscar Fantastica, di recentissima uscita abbiamo L’Occhio del Gufo, di genere dark fantasy. La copertina lovecraftiana bastava e avanzava, ma anche in questo caso la trama contiene elementi che mi incuriosiscono. L’Occhio del Gufo è il primo libro della Trilogia del Sole Pallido.

Dalla quarta di copertina: NELLA FORESTA DI ROKTHAN, un piccolo, insignificante villaggio come ce ne sono tanti, gli animali cominciano a sparire. Sorin, un cacciatore, cerca di comprenderne il motivo. Ma la diminuzione delle prede non è la sua unica preoccupazione: da un paio di giorni, infatti, suo figlio Jas è vittima di strane crisi di violenza.

Intanto, un vecchio straniero dall’aspetto emaciato che si fa chiamare Maestro fa la sua comparsa nel paese, portandosi dietro una scia di sangue e di misteri. Per indagare, il capitano Swain è costretto a chiedere aiuto al conciliatore Neth Roven, un uomo distrutto dalla perdita della moglie.

E mentre i due si mettono sulle tracce del Maestro, altri eventi inquietanti rompono la quiete di Rokthan: stanno per giungere i pacificatori, soldati della lontana Vanhorn. E sembra che abbiano intenzioni tutt’altro che buone.

Cosa sta succedendo davvero? Che collegamento c’è tra le prede scomparse, le crisi del piccolo Jas e l’arrivo del Maestro? E perché un borgo dimenticato da tutti è diventato improvvisamente così importante?


4. Il Pugnale dei Poeti – il volo del gheppio

di Sara Zanini

In uscita il 13 ottobre per Lumien, casa editrice assolutamente da scoprire, Il Pugnale dei Poeti: il volo del gheppio è un high fantasy che, lo ammetto, mi ha colpito per la cura dell’edizione. Non so se mi piacerà quanto spero, ma sono curiosissima di leggerlo.

Dalla quarta di copertina: Nel regno delle Cinque Capitali regna la pace da oltre mille anni. Qui i Poeti, dispensatori di bellezza, creano opere d’arte capaci di incantare gli abitanti, al solo scopo di rendere l’esistenza più gradevole. Un esercito misterioso però, minaccia i Poeti e i villaggi in cui risiedono. Le Laiolan, le spietate donne a capo dei soldati, vogliono catturare ogni membro della Casta, e per farlo sono disposte a tutto.

Il giovane poeta Auren, affiancato dal suo Sigillatore, Gylleal, e dall’impertinente figlia del capo villaggio, Iria, sarà costretto a un viaggio attraverso l’Everia. Nel difendere i suoi amici, Auren scoprirà un potere nascosto nelle trame della sua magia, una forza di cui non conosceva l’esistenza…


5. Engaged 2. Il segreto di Lucia

di Beppe Roncari

Confesso di non aver ancora letto il primo volume di Engaged, Il libro di Renzo, un retelling dei Promessi Sposi condito di magia, edito da Sperling&Kupfer. Ma ne ho sentito parlare benissimo, e anche se non sempre sono una fan dei retelling, questo lo reputo davvero originale.

Dalla quarta di copertina: Le strade di Renzo e Lucia si sono divise: lui, dopo aver trovato rifugio a Bergamo, sta per approdare a Venezia in veste di prigioniero; lei, invece, è nel monastero della Signora di Monza, una donna dal fascino oscuro e piena di segreti. I due ragazzi sono in realtà al centro delle trame e dei giochi dell’angelo Mumiah e del demone Belial, che da tempo si sfidano per impadronirsi del Libro segreto di Giordano Bruno, depositario di un potere sconfinato e pericoloso, soprattutto se dovesse finire nelle mani sbagliate o di loschi personaggi che è meglio che restino «Innominati»… Tra peripezie, inganni e colpi di scena, riuscirà il Bene ad avere la meglio sul Male, permettendo a Renzo e Lucia di realizzare il loro sogno d’amore?

Il capitolo finale di Engaged, l’originale riscrittura de I Promessi Sposi di Beppe Roncari, che con uno stile innovativo racconta la storia che tutti quanti abbiamo studiato a scuola, intessendola con elementi magici e fantastici che la rendono nuova e inaspettata.

Avete letto, o avete intenzione di leggere qualcuno di questi romanzi? Cosa pensate dell’attuale panorama del fantastico italiano?

6 storie per viaggiare nello spazio e nel tempo

Mai come in estate vien voglia di scoprire nuovi posti, liberandosi dei pensieri e degli accolli per tuffarsi in mille avventure. I libri che ho scelto di leggere nell’ultimo periodo si sono rivelati ottime guide per viaggi strepitosi nello spazio e nel tempo, così come nelle maglie della fantasia. Eccone alcuni che ti consiglio:

1. La vera storia del pirata Long John Silver

Non è estate senza un viaggio per mare, e se ci sono pirati, tanto meglio! La vera storia del pirata Long John Silver di Björn Larsson (Iperborea, 1998) ci conduce in lungo e in largo nelle memorie di un personaggio arcinoto, antagonista di uno dei più bei libri di avventura mai scritti: L’Isola del Tesoro di Stevenson. La storia di come Silver è diventato un fior fior di pirata, capace allo stesso tempo di conversare con Defoe e di farsi temere da Flint, ripercorre le sue peripezie in Inghilterra e in Francia, nelle Antille e oltre, attraverso mari e oceani. Molte sono le tempeste che si agitano dentro e fuori di lui, e vale la pena ascoltarne il rombo, sognando un’epoca di arrembaggi e codici d’onore ormai passata.

2. Gideon la Nona

Ok il mare, ma che ne dite di un bel viaggio spaziale, in visita a pianeti dove il macabro e il derelitto sono di Prima Casa? Ecco, se Halloween è la vostra festa preferita e adorate le atmosfere cupe e i luoghi labirintici alla Gormenghast, Gideon la Nona di Tamsyn Muir (Oscar Fantastica, 2021) è quello che fa per voi: necromanti, paladini, zombie e scheletri, strani laboratori, lotte e sfide mortali in una storia emozionante quanto dissacrante che vanta personaggi pazzeschi, a partire dalla sua protagonista.

3. The Old Ways

Viaggiare in treno, in macchina, in aereo, in barca… No, a Robert Macfarlane piace viaggiare a piedi. In questo splendido saggio ci parla dei vecchi sentieri e dei cammini: che cosa rappresentano, come sono fatti, dove si trovano e perché ha senso percorrerli ancora oggi, sulle nostre gambe, nonostante tutte le evoluzioni tecnologiche. Io lo sto leggendo in inglese, ma lo trovate anche in italiano, pubblicato da Einaudi nel 2018 col titolo Le antiche vie.

the old ways

4. Egnaro

In Egnaro il viaggio è un desiderio che porta alla follia. Perché “Egnaro è un segreto che tutti conoscono tranne te. è un paese o una città in cui non sei mai stato; è una lingua sconosciuta“.

In questo racconto di M. John Harrison, scoperto grazie alla rivista di letteratura weird e fantastica Hypnos, (numero 13, autunno 2021), il protagonista inizialmente scettico è testimone della parabola discendente del tuo cliente, Lucas, un uomo ai limiti della società che gestisce una libreria. Lucas cerca inutilmente di farsi credere, quando parla di Egnaro: città nascosta negli interstizi e nei momenti vuoti, che tutti conoscono ma di cui nessuno parla apertamente. Una meta che lui vorrebbe a tutti i costi raggiungere, ma che gli resta preclusa. Fino a quando…

5. I Greenwood

Anche in questo caso, un viaggio insolito nelle maglie del tempo e dello spazio, dal Canada all’America, attraverso più di un secolo di storia che comprende anche un pezzetto del nostro prossimo futuro. Leggere I Greenwood, di Micheal Christie (Marsilio, 2021), significa sfogliare la vita travagliata e ricca di sorprese di una famiglia per diverse generazioni, cercando di venire a capo del mistero sui legami di sangue di una bambina. La struttura del romanzo sonda le esistenze dei protagonisti come un dendrologo farebbe con gli anelli di un vecchio albero. La conclusione accoglie perfettamente il messaggio su cui poggia l’intera storia:

E se una famiglia non fosse affatto un albero?, pensa mentre cammina in silenzio. E se assomigliasse più a una foresta? A un insieme di individui che mettono in comune le proprie risorse attraverso radici interconnesse, proteggendosi a vicenda dal vento, dal caldo e dalla siccità, proprio come fanno da secoli gli alberi di Greenwood Island?

6. Agatha Christie: il giro del mondo

Questo album di lettere e fotografie pubblicato a cura di Mathew Prichard è un viaggio nel tempo e nello spazio capace di meravigliare e scatenare l’ilarità quando meno ce lo si aspetta. Nel 1922, più di un secolo fa, Agatha Christie partecipò al British Empire Exhibition Tour in quanto moglie del Colonnello Archibald Christie, qui chiamato affettuosamente “Archie”: ecco allora che i suoi resoconti e le sue lettere, con brillanti passaggi ricchi di humor tipicamente inglese, ci portano a spasso per il Sud Africa, l’Australia, la Nuova Zelanda, le isole del Pacifico e infine il Canada. Co-protagonista di questo viaggio nel vecchio Commonwealth, un uomo che Agatha trasformò abilmente in personaggio letterario da amare e odiare insieme: il Maggiore Ernest Belcher. Forse la cosa che più mi è rimasta impressa, al di là del linguaggio fresco e privo di peli sulla lingua della famosa autrice, sono le sue prodezze con la tavola da surf da Città del Capo a Honolulu!

Agatha Christie surf
foto di BBC Arts

Se ti piacciono i viaggi nel tempo, allora leggi anche Come fermare il tempo di Matt Haig.

Slow reading: leggere non è una gara

Slow reading, ovvero leggere lentamente, in profondità. Tutti noi dovremmo darci il tempo di riflettere sulle frasi che ci scorrono sotto gli occhi, sotto le dita o nelle orecchie. Digerirle, assorbendo ogni parola, ogni simbolo. Illuminare la mente con nuovi collegamenti, ramificazioni di pensiero inaspettate quanto benvenute. Perché leggere non è una gara. Ma qualche volta, lo diventa.

I benefici dello slow reading

Sono molti i benefici della lettura lenta, o slow reading come ormai ci piace chiamarla: una modalità di lettura che dovrebbe essere normale e scontata, resa preziosa dalle odierne abitudini digitali. Ci sono già tanti articoli in rete sull’importanza dello slow reading contro la pratica ormai istintiva di saltare da un paragrafo all’altro come cavallette impazzite.

lettura lenta benefici slow reading

Leggere senza fretta infatti ci fa recuperare il senso delle parole nel loro preciso contesto, ma non solo. Concederci un tempo per la lettura priva da distrazioni, come notifiche e chiamate, ci aiuta a ritrovare la calma, riduce lo stress e stimola il nostro cervello.

La lettura lenta è l’unico modo serio di leggere, di questo mi sono convinta. Ma non è stato sempre così, nemmeno per me.

Quando leggere diventa una gara

Voglio focalizzarmi su un altro lato della questione, che riguarda i lettori forti, a partire dalla mia esperienza personale. Se te ne parlo, è perché mi è capitato di incappare in sfoghi e riflessioni online simili alle mie, quindi immagino possa essere utile aprire uno spazio di dibattito.

Goodreads, la Reading Challenge e l’ansia da lettore

Partecipo alla sfida di lettura annuale di Goodreads dal 2015. Inizialmente è stato uno spasso: è utile e bello annotare le proprie letture e poterle dividere in categorie, così come è davvero stimolante avere un colpo d’occhio delle copertine.

Mi sono iscritta a Goodreads per lo stesso motivo che mi ha spinto ad aprire Lovingbooks: ricordare, classificare e condividere ciò che leggevo con altri utenti, lettori appassionati come me. Era, e lo è tutt’ora, anche un modo per continuare a svolgere nel mondo digitale ciò che facevo per lavoro di persona, nelle biblioteche e poi nelle librerie.

bookstagram e booktok

La lettura per me non è mai stata una relazione bidirezionale tra me e l’oggetto libro, ma un vero e proprio multiverso di esperienze, collegamenti e possibilità in una rete crescente di attori.

Numeri e statistiche riducono il piacere della lettura?

Leggo in media 37 libri l’anno. 33 nel 2015, 70 nel 2016, 27 nel 2017. Sono scesa a 17 nel 2019 e risalita a 41 nel 2021. Numeri che non dicono tutto delle mie abitudini di lettrice, né rilevano l’esatta quantità di parole e frasi ingurgitate, spiluccate o attentamente dissezionate. Non è importante. La quantità non è importante. È quello che leggi e come lo leggi che fa la differenza e che alla lunga incide un segno e crea nuovi percorsi nel tuo cervello.

E però, c’è la sfida di lettura: quella vocina insistente che mi sussurra “devi leggere almeno 50 libri quest’anno, non uno di meno”. Ed ecco le newsletter di Goodreads a ricordarmelo, e i post di bookstagrammer e booktoker che sciorinano liste e recensioni alla velocità di uno skinkansen, e lei, l’amica lettrice che in scioltezza supera le 200 letture annue senza nemmeno essere in pensione.

In tre parole: ansia da lettore. Il rischio di rendere la lettura una sfida è che questa a un certo punto smetta di essere un piacere e diventi l’ennesima attività in cui essere a tutti i costi produttivi e performanti. Perennemente sul pezzo. Capita che questa sensazione si insinui anche nei gruppi di lettura e negli spazi social, rovinando l’atmosfera.

tempo di lettura

Quando si entra in quest’ottica, e la lettura diventa gara con noi stessi e con gli altri, è facile che si scatenino ansie, a tal punto che ci ritroviamo a divorare un libro dopo l’altro in una sorta di lettura bulimica che non ci da tregua ne gioia. Restano solo la soddisfazione, breve quanto amara, di vedere il contatore che sale, e il dubbio di cosa e quanto ricorderemo oltre il titolo e la copertina appena aggiunti.

Un altro rischio è che si scateni il blocco del lettore: l’ansia è tale da paralizzarci. A tal proposito ricordo che è sempre un buon momento per leggere i diritti del lettore di Daniel Pennac.

Slow Reading: ritrovare il piacere di leggere

A gennaio 2022 ho preso la decisione di non partecipare alla sfida di lettura. Ho preso dalla mia libreria un libro che sapevo mi avrebbe obbligata a rallentare il ritmo e approfondire: Guerra e Pace di Tolstoj. A metà febbraio, quando avevo appena cominciato ad apprezzare davvero l’ambientazione russa con i suoi salotti e i suoi intrighi, e finalmente era entrato in scena Napoleone, il mondo di finzione si è violentemente riversato nella realtà e la guerra me la sono ritrovata in televisione, h24. Ciò mi ha talmente nauseata da spingermi, terminato il primo volume, a rimandare l’avventura con gli altri due.

Parentesi di guerra a parte, Tolstoj ha fatto il suo lavoro. Il 2022 è stato l’anno in cui ho ripreso il controllo liberandomi di statistiche, numeri e countdown, e dandomi così il tempo e il mondo di assaporare letture più complesse. Vorrei tornare indietro nel tempo solo per rileggere The Terror di Dan Simmons alla stessa maniera.

è tutto qui in fondo, lo slow reading: riappropriarsi del benessere psicofisico che solo una lettura lenta può offrire. Alle soglie del 2023 ho impostato una sfida di lettura: 50 libri entro fine anno. Non più un obiettivo imprescindibile, ma una meta ideale, con la possibilità di divagazioni e svolte a sorpresa. L’esperienza dell’anno scorso mi ha riempito di quella calma e serenità che ancora oggi mi accompagna quando apro un nuovo libro.

Club delitti del giovedì Osman libro giallo

Il Club dei delitti del giovedì

di Richard Osman

Se sei alla ricerca del libro giusto da portare sotto l’ombrellone, leggi un po’ qui, perché la serie di Richard Osman potrebbe essere proprio quello che fa per te! 

Già conduttore televisivo per la BBC, comico e produttore, Osman debutta nel 2020 come romanziere con The Thursday Murder Club, primo di quattro gialli di grande successo, pubblicati dalla Viking nel Regno Unito e dalla SEM in Italia con la traduzione di Roberta Corradin, e i cui diritti cinematografici sono stati acquisiti nientemeno che da Steven Spielberg. 

“Se devo giudicare da com’è andata oggi, tutta questa indagine sull’omicidio sarà il divertimento più pazzesco di sempre”

“Il club dei delitti del giovedì” è un giallo che esce dai binari del genere, pur ammiccando in modo scanzonato ai grandi classici, da Sherlock Holmes a Miss Marple, passando per Poirot. 

E’ ambientato nel Kent, a Cooper Chase, “il primo villaggio di lusso per pensionati in Gran Bretagna”. Lì, nella Sala Puzzle, una volta a settimana si incontrano quattro ottantenni col pallino dei casi irrisolti e con dei caratteri alquanto vivaci e stravaganti : Ibrahim, Ron, Joyce e la loro leader indiscussa, Elizabeth. Uno psichiatra con l’amore per i dettagli; un ex sindacalista che non ha perso il fervore, la parlantina e che non si fa fregare dalle apparenze; una ex infermiera dal grande intuito e dal gran cuore;  e infine lei, una ex-non si sa esattamente che cosa, e forse è meglio non saperlo perché c’entrano segreti di stato e paesi esteri. Una che non si ferma davanti a nulla pur di scoprire la verità, anche quando non porta necessariamente a ottenere giustizia. 

E’ a Cooper Chase che viene chiamata l’agente Donna De Freitas, per quello che appare come un banale – e noiosissimo – incontro sulla sicurezza e la prevenzione. Contro ogni sua aspettativa, Donna finirà per farsi coinvolgere dal Club nell’indagine di un caso in corso. E cosa potrà mai andare storto, del resto? Mentre i nodi anziché chiudersi si moltiplicano, Elizabeth e i suoi faranno di tutto per venirne a capo, adottando stratagemmi sorprendenti e decisamente illegali… 

Il club dei delitti del giovedì è un giallo che brilla di umorismo nero senza mai peccare di cinismo, diverte e trattiene il lettore sulla pagina, facendogli credere che la soluzione sia a portata di mano, per poi togliergli il tappeto da sotto i piedi. E’ anche un romanzo ricco di umanità: i suoi protagonisti dalla veneranda età si fanno portavoce di esperienze, valori e riflessioni che spesso toccano le corde più intime e profonde del vivere… e del morire.  

“Nella vita devi imparare a contare le belle giornate. Le devi infilare in tasca e portarle sempre con te. Quindi metto questa giornata in tasca e me ne vado a letto”

Ti piacciono i gialli di ambientazione britannica? Allora ti consiglio la serie di Cormoran Strike!

Leggi questo e altri articoli nel numero 89 de La Salamandra, rivista interscolastica e universitaria di Treviso
Graphic novel The Labyrinth di Simon Stålenhag

The Labyrinth

di Simon Stålenhag

Ci venne chiesto di costruire una società completamente nuova e sigillata ermeticamente, una città sotterranea con spazio per centomila abitanti. Ci avremmo lavorato mentre la vecchia società crollava con violenza intorno a noi.

Paesaggi svedesi post apocalittici, come metafora delle conseguenze estreme dei cambiamenti climatici. L’importanza dell’ambiente per la nostra sopravvivenza. La terribile vicissitudine dell’umana civiltà in una terra non più ospitale. The Labyrinth, edito Mondadori, 2023 per la collana Oscar Ink, più che dell’horror distopico ha i colori di un grosso trigger warning e il ritmo di un conto alla rovescia già superato. 

Simon Stålenhag, noto soprattutto per Loop, (racconto grafico trasposto anche in una serie tv), torna a sviluppare un’ambientazione a lui familiare; così come per le altre sue opere le tavole illustrate non sono un mero contorno ma un’interfaccia narrativa in cui il silenzio degli ampi orizzonti e le opache pennellate digitali sono pregni di significato tanto quanto, e forse più, delle parole. The Labyrinth è un’opera che rapisce e inquieta anche grazie alla prospettiva: la figura umana nelle illustrazioni è perlopiù minuscola, vista spesso di spalle, lo sguardo all’insù verso un mondo e una natura fuori dal suo controllo. I pochi primi piani veicolano grazie alla forza espressiva punti di svolta della storia, rafforzando il coinvolgimento emotivo. 

tavola illustrata di Simon Stålenhag per The Labyrinth
tavola di Simon Stålenhag – The Labyrinth

Stålenhag in questa storia esprime i temi della colpa, della vergogna e della fratellanza, immaginando, quasi prevedendo, ciò che parte di noi sarebbe disposto a fare, a quali violenze ci condannerebbe, pur di sopravvivere. La protagonista, Sigrid, fa parte di questa nuova civiltà ricostituitasi sottoterra in moderni bunker di cemento verniciati di giallo e azzurro, giacché la superficie è ormai un deserto di cenere e curiose manifestazioni fungine aliene, sullo sfondo di palazzi sventrati e resti di macchine e robot, visitabile solo per rare esplorazioni scientifiche

Sigrid ci viene presentata attraverso la sua voce introspettiva e già dalle prime pagine si dice condannata per azioni di cui si dichiara innocente. Ma l’innocenza, così come la colpa, gioca su un filo di precari equilibri, legata al passato condiviso con suo fratello e alla misteriosa presenza di Charlie, sopravvissuto, una sorta di figlio adottivo, adolescente chiuso, schivo, traumatizzato da eventi che nessuno di loro ha voglia di ricordare. Ecco che, alla grandiosa fosca vastità dei paesaggi di superficie si intersecano le tinte rosse di tavole che penetrano gli angoli più oscuri della psiche umana, trasmettendo un senso di pericolo che non proviene dallo spazio al di fuori della nostra atmosfera, ma da dentro di noi. 

Se hai letto The Labyrinth o un’altra delle graphic novel di Simon Stålenhag, o se per caso hai visto la serie tv, dicci la tua in un commento!

Se ti piacciono le atmosfere apocalittiche, dai un’occhiata alla recensione di Verso le Luci del Nord

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Puoi leggere la recensione di The Labyrinth nel numero 88 de La Salamandra, rivista interscolastica e universitaria di Treviso
Tasmania libro di Paolo Giordano

Tasmania

di Paolo Giordano

Scrivo di ogni cosa che mi ha fatto piangere

Il senso di irrisolutezza con cui ho chiuso il libro paradossalmente non mi ha lasciato a bocca asciutta. Tasmania di Paolo Giordano, recente pubblicazione Einaudi, è per certi versi più simile a un diario che non a un romanzo, e la sua struttura, così come il suo stile evocativo, unito a una narrazione che sembra autobiografica, mi ha coinvolto al di là di ogni mia aspettativa. In Tasmania la crisi intima, identitaria e coniugale del protagonista e dei suoi amici si intreccia al filone di crisi internazionali e comunitarie, dal cambiamento climatico al terrorismo, dal movimento per la parità di genere al fantasma della bomba atomica, seguendo gli eventi in un ordine cronologico, quasi diaristico per l’appunto, capace di rendere il lettore complice e coprotagonista in un certo senso, riportandolo a una collocazione temporale e spaziale molto precisa che è la cornice di questi ultimi otto anni.

Non ero il solo a intrattenermi così : il sito registrava il numero totale di detonazioni da parte degli utenti, che aveva già sorpassato i due milioni. Là fuori c’erano migliaia di distruttori di mondi. La fine della specie umana era un passatempo nuovo. Quanto a me, pensavo molto alla bomba e non più ai figli che Lorenza e io non avremmo avuto.

L’autore colpisce inoltre per il modo in cui affronta il tema della paternità e dell’amicizia maschile e adulta, senza banali didascalie, ma con la forza di immagini e scene evocative unite a un linguaggio radicato nella realtà, scevro di abbellimenti.  

Personalmente ho trovato commoventi i riferimenti a Hiroshima e Nagasaki, nella memoria diretta di due hibakusha, sopravvissuti alla bomba e alle sue conseguenze. Le riflessioni sul cambiamento climatico invece mi hanno fatto pensare più volte a Jonathan Safran Foer e al suo “Possiamo salvare il mondo, prima di cena“, mentre più in generale l’ordito di elementi scientifici mi ha fatto provare nostalgia di Fredrik Sjöberg, (L’arte di collezionare mosche). Sono tante le frasi che ho sottolineato e le pagine che mi sono appuntata per poterci tornare. In generale non ritengo che questa sia una lettura adatta a tutti, proprio per la sua particolarità strutturale, ma Tasmania è un libro affascinante che mi sento di consigliare perché non si fa dimenticare una volta letto, dona profonde suggestioni e credo che la sua intensità e la sua onestà cruda lascino il segno. 

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questa recensione è presente nel numero 87 de La Salamandra, rivista interscolastica e universitaria di Treviso

Respirare Mumbai

Da Megalopolis a Shantaram : in viaggio con le parole

La lavastoviglie si è rotta due settimane fa. Una seccatura, vien da dire, se non fosse che il lavare i piatti a mano si è fatto rito, col passare dei giorni, e ormai quasi pregusto questo momento.

L’acqua scorre. Esce dal rubinetto costante, calda, e si infrange in schizzi sulle stoviglie, sui bicchieri di vetro e sui piatti in ceramica che riempiono il lavabo. Strofino via lo sporco con la spugna imbevuta di detersivo. Lavo senza guanti, non li sopporto, ma sulle nocche già avverto un bruciore, si stanno formando delle piccole bollicine rosse. Un fastidio registrato a mala pena mentre proseguo il mio lavoro con movimenti meccanici, automatici. Dalle cuffie premute sulle mie orecchie esce la voce registrata di Pablo Trincia. Mi sembra di averlo a fianco, qui e ora, in cucina; anzi no, sono io al suo fianco, mi sta guidando per le vie scalcagnate della ricca umanità di Dharavi, il più grande slum di Mumbai, balzando da un futuro terrificante a un terribile presente, e infine arriva a Mahul,  che intossica e uccide i suoi abitanti, proiettandomi in una realtà così lontana dalla mia che fatico a comprenderla appieno, ma di cui non dubito, neppure per un secondo. Sono avvolta dai suoni, dagli odori e dai sapori dell’India in modo tanto tangibile che mi sembra di aver davvero preso un aereo.

“Dio parla all’uomo attraverso le storie”

E’ un proverbio indiano che Pablo  cita nel primo episodio del suo podcast, Megalopolis – Mumbai 2050. Voglio credere a questo, qualunque cosa sia “Dio”. La narrazione si dipana più come un lungo racconto che come un reportage. Eppure i dati ci sono, le proiezioni scientifiche pure. Ma la sensazione resta quella di essere cullata, talvolta sballottata  e stravolta dalle onde di un mare destinato a sommergere tutto.

L’acqua scorre. Panta rei, penso. Giro la manopola per calibrare la temperatura. Ora è troppo calda, ora troppo fredda. Ogni due per tre apro e chiudo il rubinetto per evitare gli sprechi, ma so che è sempre lì a mia disposizione e posso anche berla senza rischio alcuno. Spruzzo un altro po’ di detersivo sulla spugna, inumidisco, strofino, sciacquo, e ricomincio. A 6231 km di distanza, a circa cinque ore in avanti di fuso orario, si vive nel dubbio e nell’attesa: scorrerà l’acqua, oggi?

Arrivano le sei di sera. Un altro momento della giornata, un altro rito. Mi accoccolo sul letto, semisdraiata. Forse non l’ideale per un libro di 1177 pagine, ma il peso retto dai miei polsi, così come l’irritazione sulla pelle delle mani, si riduce a un fastidio trascurabile, mentre ancora una volta precipito attraverso un substrato di nuvole e ritorno corpo nel Maharashtra, alle spalle di Linbaba. Gregory David Roberts mi strappa dalla quotidianità di gennaio, fatta di piccoli e grandi acciacchi, ansie per il domani, discussioni futili e progetti instabili, e mi dice: pace. Shantaram è la prima lettura dell’anno, e già dopo i primi capitoli so che tutte le letture successive soffriranno il confronto.

dalla serie “Shantaram”, Apple Tv

La lettura di Shantaram per me è stato un conforto prezioso e insieme una roulette di emozioni. Questo libro trabocca di vita e leggerlo è come scivolare lenti sotto la superficie dell’oceano e amare ogni immersione. Lo chiudo con un profondo senso di gratitudine. E’ un romanzo-mondo che mi ha risucchiata completamente, coinvolgendo tutti i miei sensi e afferrando in una presa ferma ma delicata mente e cuore. Libri così non si leggono, si vivono, e puoi contarli sulle dita di una mano. Personaggi così ti restano incollati addosso. Prabu, oh Prabu. Come si può amare tanto e soffrire tanto? Eppure se c’è una morale in questa storia, è che non si possono calcare le strade indiane di Mumbai se non a cuore aperto. Ne immagino la consistenza e il peso sul palmo della mia mano, non dissimile dalla spugna che ho usato per lavare i piatti e che ormai porta segni di coltello. Un cuore aperto è un cuore ferito, ma non c’è altro modo per leggere, non c’è altro modo per ascoltare e non c’è altro modo per vivere.

10 libri per il nuovo anno

Buon 2023!

Come tutti gli anni, arrivato il primo gennaio ho pensato con entusiasmo alle letture che mi attendono e ho iniziato a compilare una lista TBR che temo diverrà in parte anche TBB.

Hai presente la scatolina che abbiamo in testa, piena di foglietti con i titoli che ci capita di vedere o intravedere nei post dei nostri amici lettori o delle nostre librerie di fiducia, quelli che sembrano chiamarci dalle vetrine o dalle pagine di qualche giornale, quelli che “mi interessa, devo proprio recuperarlo!”, ma poi passano i mesi e niente, nada de nada? Ecco, io ho pescato da lì. La mia scatolina era stracolma, quindi era proprio arrivato il momento di aprirla!

Ho pensato di condividere con te almeno 10 libri che sicuramente leggerò durante l’anno, tra tanti altri che invece saranno scelte del caso, dell’umore e del momento. Ti invito a fare lo stesso nei commenti se avrai voglia!

1. Shantaram di Gregory David Roberts, Neri Pozza, 2005 ; 1177 pagine.

Al momento sono a pagina 343, mi sta coinvolgendo moltissimo. Un viaggio in parole che sa trasportarti al cuore delle cose.

2. Isola di Siri Ranva Hjelm Jacobsen, Iperborea, 2018, 256 pagine.

Ammetto senza vergogna che comprerei questo libro anche solo per la copertina!

3. Lettere tra due mari di Siri Ranva Hjelm Jacobsen. Iperborea, 2021 ; 96 pagine.

Siri Ranva Hjelm Jacobsen rifonda il mito della grande madre e dà voce alle nostre acque, protagoniste dei cambiamenti climatici in corso sulla Terra, per raccontare la nascita e il declino dell’umanità.

4. Riaffiorano le terre inabissate di M. John Harrison, Atlantide, 2022 ; 272 pagine.

5. Il tempo e l’acqua di Andri Snaer Magnason. Iperborea, 2020 ; 352 pagine.

6. Gideon la nona di Tamsyn Muir. Oscar Vault Mondadori, 2021 ; 452 pagine.

7. I Greenwood di Michael Christie. Marsilio, 2019 ; 590 pagine.

8. Guida il tuo carro sulle ossa dei morti di Olga Tokarczuk. Bompiani, 2020 ; 265 pagine.

Di questo avevo letto le prime pagine e subito mi ha affascinato per il tono della voce narrante e per l’atmosfera. Non vedo l’ora di continuarlo!

9. Brevemente risplendiamo sulla terra di Ocean Vuong. La nave di Teseo, 2020 ; 292 pagine.

10. Il caos da cui veniamo di Tiffany McDaniel. Blu Atlantide, 2018 ; 425 pagine.

Ed eccoci alla fine! Cosa ne pensi? Hai già letto qualcuno di questi libri? Chissà quali e quanti altri titoli si aggiungeranno durante questo nuovo anno…

Nel frattempo, è comodo aver messo giù i primi binari per il treno delle prossime letture, alcune delle quali già mi sbirciano dallo scaffale, stanche di essere ignorate. Scommetto che capisci bene cosa intendo: allora dimmi, quali sono i libri che ti stanno chiamando insistentemente?

La Mesmerista

“La Mesmerista” è il nuovo romanzo di Sara Simoni, giovane autrice italiana già apprezzata per la duologia fantasy young adult di “Ys” e per “Dolomites”.

Edito da Acheron Books, si sviluppa in 355 pagine che scorrono veloci grazie a un gioco a posta sempre più alta, tra tensione, passione, azione e mistero. “La Mesmerista” è infatti un’ucronia fantasy che si tinge di giallo e veste bene anche il rosa! 

Dalla quarta di copertina: 1920. Costretta ad abbandonare la valle trentina dove è nata a causa degli ideali politici della sua famiglia, la giovane Lena, ladra, bugiarda e mesmerista, ora vive di espedienti a Livorno, sul confine con le terre occupate dall’impero austroungarico, uscito vittorioso dalla Grande Guerra. Quando quello che avrebbe dovuto essere il colpo della vita si rivela un fiasco colossale, Lena finisce nelle mani della guardia regia. L’unico modo per evitare una condanna è diventare la pedina di un ispettore disposto a tutto pur di cancellare la minaccia dei mesmeristi dal regno, anche a usare i loro stessi poteri. Lena dovrà infiltrarsi nel palazzo e nella vita di Bastiano Adimari, uno degli uomini più ricchi della città, per rubare una preziosa arma che potrebbe cambiare gli equilibri europei. Ma Bastiano non è quello che Lena immaginava e, tra segreti e scelte terribili, il gioco dell’inganno rischia di intrappolare anche lei…

Leggendo si ha l’impressione di partecipare ad una fatale partita a scacchi tra l’Ispettore Doria, la famiglia di Bastiano Adimari e altri oscuri giocatori, partita in cui Lena Moroder viene coinvolta suo malgrado e a sue spese, sullo sfondo di una guerra a colpi di spionaggio e tradimenti tra le forze dell’Impero e quelle del Regno. E mentre il punto di vista della giovane mesmerista e quello di Bastiano ci rendono i rispettivi scopi chiari fin dall’inizio, i piani e le ragioni che muovono gli altri personaggi appaiono invece torbidi, innescando nel lettore una giusta dose di curiosità che alla fine viene senz’altro premiata. L’ambiguità di Doria è, a tal proposito, uno dei punti forti di questo antagonista eccellente, di cui non si giustifica mai la crudeltà, ma si arriva a comprenderne l’origine. 

Personaggi complessi, a tutto tondo, muovono in una Livorno anni venti tangibile e realistica: le descrizioni veicolano attraverso tutti e cinque i sensi impressioni forti e precise con un tratteggio ricco di dettagli che ben lungi dall’appesantire la lettura, ne esaltano l’esperienza. 

Un’altra nota di merito sta nell’assenza totale di infodump: le informazioni strettamente necessarie alla comprensione della trama sono distribuite con intelligenza e rivelate senza forzature, dando così il tempo al lettore di assorbirle e fare delle congetture. 

Il sistema magico, che ruota attorno alla Dottrina del Mesmerismo e che si fonda sulla teoria del magnetismo animale elaborata dal medico F.A.Mesmer, è solido e coerente. L’ucronia di Sara Simoni parte proprio da una domanda speculativa: cosa sarebbe successo se il mesmerismo fosse stato provato e non solo teorizzato? 

I mesmeristi della sua storia possono infatti espandere i loro campi mesmerici fino a ingabbiare altre persone e controllarle come burattini. Ma non solo… Le scene in cui Lena fa mostra delle sue capacità sono brillanti e cinematografiche, definendo in modo preciso i limiti e le potenzialità, ma soprattutto la pericolosità che fa del Mesmerismo una disciplina temuta e odiata nel peggiore dei casi, da sfruttare e controllare rigidamente nel migliore. 

Non bastasse il fascino della magia, dell’intrigo e dell’azione, la storia appassiona anche per il modo in cui si sviluppa il legame tra i due protagonisti, Lena e Bas: la loro relazione matura lentamente rimanendo in bilico tra verità e bugie e, benché sembri destinata alla tragedia, ci sorprende e ci fa sperare fino all’ultimo.

Ci sono altre chicche in questo romanzo che rendono superbo il meccanismo narrativo: citazioni che si possono cogliere e apprezzare, tic e modi di fare di certi personaggi che non si limitano a rivelare lati della psiche, ma sono funzionali alla trama. Niente di quello che leggiamo è lì per caso.

In conclusione mi spingo a dire che Sara Simoni con questo romanzo dimostra di non avere nulla da invidiare ad autrici celebri del panorama fantasy italiano e internazionale, da Licia Troisi a Leigh Bardugo, passando per W.E. Schwab. I diversi generi in cui spazia con abilità e il perfetto equilibrio narrativo fanno de “La Mesmerista” una storia adatta a una platea variegata, per tutti i gusti. 

Leggi o ascolta la recensione nel n.86 della rivista!

La Memoria del Samurai

La Memoria del Samurai (“The Lost Future of Pepperharrow“) di Natasha Pulley è un avvincente libro storico condito di pseudoscienza, realismo magico e fantastico steampunk. Ambientato nel Giappone del 1888, segue gli amati personaggi de “L’orologiaio di Filigree Street“: Thaniel Steepleton della legazione britannica, il formidabile Keita Mori e la loro peculiare figlia adottiva, Sei. Si trasferiscono da Londra alla residenza di Keita vicino a Tokyo, ma presto si ritrovano intrappolati tra fantasmi del passato e fantasmi di molti possibili futuri: il tempo si fa elettrico e la città è infestata; risolvere il mistero che ha messo in moto questo viaggio potrebbe costare loro non solo la vita insieme, ma molte altre vite mentre la guerra incombe…
Ho adorato questa storia. In particolar modo ho apprezzato il personaggio qui introdotto della moglie di Mori, Takiko Pepperharrow, il cui punto di vista e la cui storia mi hanno catturato e intrigato dalla sua prima apparizione. Fino alla fine “La Memoria del Samurai” mi ha tenuto sull’orlo della sedia. La Pulley ci offre un seguito molto divertente e affascinante che ha la capacità di trasportarci nella storia accanto a personaggi indimenticabili.

Unico rimpianto dell’edizione Bompiani è la perdita del titolo originale, a mio parere davvero perfetto, nonché la presenza di Katsu, il polpo meccanico, in copertina: meriterebbe uno spin off come protagonista assoluto.

Il titolo “Il futuro perduto di Pepperharrow” col senno di poi è uno spoiler grande come una casa, ma non basta a salvarci dal trauma. Grazie Natasha!

La lunga attesa di questa edizione (due anni dalla pubblicazione Bloomsbury!), è stata comunque ben ripagata e mi sento di ringraziare Bompiani per aver mantenuto la cura e la qualità che contraddistinguono i primi due volumi: La Memoria del Samurai è un degno compagno de l’Orologiaio e de Le Torri di Vetro, tanto che lungi dal saziare la curiosità del lettore crea nuove aspettative e speranze per futuri progetti.

In attesa di scoprire se si aggiungerà un quarto volume alla saga dell’Orologiaio, possiamo intanto approfittare del periodo natalizio e ritrovare a sorpresa i nostri amati Mori, Thaniel e Sei in un racconto intitolato “I cantori delle anguille“, presente nella raccolta Natale con i fantasmi pubblicata da Neri Pozza nel 2021 e riproposta quest’anno in una veste rigida davvero elegante!