Slow reading: leggere non è una gara

Slow reading, ovvero leggere lentamente, in profondità. Tutti noi dovremmo darci il tempo di riflettere sulle frasi che ci scorrono sotto gli occhi, sotto le dita o nelle orecchie. Digerirle, assorbendo ogni parola, ogni simbolo. Illuminare la mente con nuovi collegamenti, ramificazioni di pensiero inaspettate quanto benvenute. Perché leggere non è una gara. Ma qualche volta, lo diventa.

I benefici dello slow reading

Sono molti i benefici della lettura lenta, o slow reading come ormai ci piace chiamarla: una modalità di lettura che dovrebbe essere normale e scontata, resa preziosa dalle odierne abitudini digitali. Ci sono già tanti articoli in rete sull’importanza dello slow reading contro la pratica ormai istintiva di saltare da un paragrafo all’altro come cavallette impazzite.

lettura lenta benefici slow reading

Leggere senza fretta infatti ci fa recuperare il senso delle parole nel loro preciso contesto, ma non solo. Concederci un tempo per la lettura priva da distrazioni, come notifiche e chiamate, ci aiuta a ritrovare la calma, riduce lo stress e stimola il nostro cervello.

La lettura lenta è l’unico modo serio di leggere, di questo mi sono convinta. Ma non è stato sempre così, nemmeno per me.

Quando leggere diventa una gara

Voglio focalizzarmi su un altro lato della questione, che riguarda i lettori forti, a partire dalla mia esperienza personale. Se te ne parlo, è perché mi è capitato di incappare in sfoghi e riflessioni online simili alle mie, quindi immagino possa essere utile aprire uno spazio di dibattito.

Goodreads, la Reading Challenge e l’ansia da lettore

Partecipo alla sfida di lettura annuale di Goodreads dal 2015. Inizialmente è stato uno spasso: è utile e bello annotare le proprie letture e poterle dividere in categorie, così come è davvero stimolante avere un colpo d’occhio delle copertine.

Mi sono iscritta a Goodreads per lo stesso motivo che mi ha spinto ad aprire Lovingbooks: ricordare, classificare e condividere ciò che leggevo con altri utenti, lettori appassionati come me. Era, e lo è tutt’ora, anche un modo per continuare a svolgere nel mondo digitale ciò che facevo per lavoro di persona, nelle biblioteche e poi nelle librerie.

bookstagram e booktok

La lettura per me non è mai stata una relazione bidirezionale tra me e l’oggetto libro, ma un vero e proprio multiverso di esperienze, collegamenti e possibilità in una rete crescente di attori.

Numeri e statistiche riducono il piacere della lettura?

Leggo in media 37 libri l’anno. 33 nel 2015, 70 nel 2016, 27 nel 2017. Sono scesa a 17 nel 2019 e risalita a 41 nel 2021. Numeri che non dicono tutto delle mie abitudini di lettrice, né rilevano l’esatta quantità di parole e frasi ingurgitate, spiluccate o attentamente dissezionate. Non è importante. La quantità non è importante. È quello che leggi e come lo leggi che fa la differenza e che alla lunga incide un segno e crea nuovi percorsi nel tuo cervello.

E però, c’è la sfida di lettura: quella vocina insistente che mi sussurra “devi leggere almeno 50 libri quest’anno, non uno di meno”. Ed ecco le newsletter di Goodreads a ricordarmelo, e i post di bookstagrammer e booktoker che sciorinano liste e recensioni alla velocità di uno skinkansen, e lei, l’amica lettrice che in scioltezza supera le 200 letture annue senza nemmeno essere in pensione.

In tre parole: ansia da lettore. Il rischio di rendere la lettura una sfida è che questa a un certo punto smetta di essere un piacere e diventi l’ennesima attività in cui essere a tutti i costi produttivi e performanti. Perennemente sul pezzo. Capita che questa sensazione si insinui anche nei gruppi di lettura e negli spazi social, rovinando l’atmosfera.

tempo di lettura

Quando si entra in quest’ottica, e la lettura diventa gara con noi stessi e con gli altri, è facile che si scatenino ansie, a tal punto che ci ritroviamo a divorare un libro dopo l’altro in una sorta di lettura bulimica che non ci da tregua ne gioia. Restano solo la soddisfazione, breve quanto amara, di vedere il contatore che sale, e il dubbio di cosa e quanto ricorderemo oltre il titolo e la copertina appena aggiunti.

Un altro rischio è che si scateni il blocco del lettore: l’ansia è tale da paralizzarci. A tal proposito ricordo che è sempre un buon momento per leggere i diritti del lettore di Daniel Pennac.

Slow Reading: ritrovare il piacere di leggere

A gennaio 2022 ho preso la decisione di non partecipare alla sfida di lettura. Ho preso dalla mia libreria un libro che sapevo mi avrebbe obbligata a rallentare il ritmo e approfondire: Guerra e Pace di Tolstoj. A metà febbraio, quando avevo appena cominciato ad apprezzare davvero l’ambientazione russa con i suoi salotti e i suoi intrighi, e finalmente era entrato in scena Napoleone, il mondo di finzione si è violentemente riversato nella realtà e la guerra me la sono ritrovata in televisione, h24. Ciò mi ha talmente nauseata da spingermi, terminato il primo volume, a rimandare l’avventura con gli altri due.

Parentesi di guerra a parte, Tolstoj ha fatto il suo lavoro. Il 2022 è stato l’anno in cui ho ripreso il controllo liberandomi di statistiche, numeri e countdown, e dandomi così il tempo e il mondo di assaporare letture più complesse. Vorrei tornare indietro nel tempo solo per rileggere The Terror di Dan Simmons alla stessa maniera.

è tutto qui in fondo, lo slow reading: riappropriarsi del benessere psicofisico che solo una lettura lenta può offrire. Alle soglie del 2023 ho impostato una sfida di lettura: 50 libri entro fine anno. Non più un obiettivo imprescindibile, ma una meta ideale, con la possibilità di divagazioni e svolte a sorpresa. L’esperienza dell’anno scorso mi ha riempito di quella calma e serenità che ancora oggi mi accompagna quando apro un nuovo libro.

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